Intervista a Giannola Nonino: la "regina della grappa" e una delle imprenditrici italiane più conosciute nel mondo


La chiamano la "regina della grappa" ed è una delle imprenditrici italiane più conosciute nel mondo. Ha due grandi passioni, il lavoro e la famiglia, che è riuscita a tenere insieme dentro un progetto di vita e di impresa coltivato con lucidità e caparbietà. Nel suo percorso ha sempre seguito un'unica bussola: "sfidare il futuro senza dimenticare la parte migliore del passato". A pochi giorni dai festeggiamenti per i 120 anni di attività della Distilleria Nonino di Percoto e alla vigilia della cerimonia del premio “Paolo Diacono” assegnatole dal Convitto nazionale di Cividale, Giannola Nonino ha accettato di rispondere alle domande di WheelDM.

Chi è Giannola Nonino? Una breve autopresentazione.
Sono una donna nata da un padre e da una madre evoluti, colti, e sono stata educata come

individuo pensante, non come femminuccia. Sono “trentottina”. Ho scelto una professione che mi piaceva, mirando lontano e nel rispetto di chi mi stava accanto. Non ho mai mollato e ho sempre considerato il mio lavoro anche il mio hobby. Con il mio maestro, mio marito Benito, abbiamo così trasformato la Grappa da Cenerentola a Regina dei distillati

Quando e come è scoccata la scintilla che ha trasformato una semplice attività di famiglia in una solida realtà imprenditoriale?
Con l’amore: prima mi sono innamorata di Benito Nonino - mio marito - e poi del suo mestiere: l’arte della distillazione della Grappa è una magia. Assieme abbiamo sfidato il futuro senza mai dimenticare la parte migliore del passato: vinacce fresche selezionate vitigno per vitigno e fermentate in purezza, poi distillate con metodo artigianale discontinuo con alambicchi a vapore. Così è nato il monovitigno Nonino, la Grappa che ha conquistato il mondo ed ha dato al distillato esclusivo del nord Italia - allora snobbato perché ritenuto una bevanda per difendersi dal freddo e dalla fame - pari dignità e qualità rispetto ai più nobili distillati del mondo!

Con lei che ha sempre avuto più visibilità di suo marito Benito e le vostre tre figlie che stanno ereditando le redini dell'azienda, la Nonino appare come un'impresa “femminile”. È così? E questo ha significato qualcosa nell'evoluzione dell'azienda?
No. Il nostro segreto è un altro. La nostra è una famiglia-azienda in cui regna ”la lotta continua”, una lotta indispensabile per il raggiungimento degli obbiettivi che di volta in volta ci proponiamo. Ogni progetto e ogni idea è discussa per ore, conquistata con le unghie e con i denti. Alla fine però non c’è mai un vincitore fra noi, l’unico vincitore era ed è la Grappa, l’acquavite, la sua qualità la sua eccellenza!

Dagli anni Settanta ad oggi com'è cambiato il ruolo della donna nel mondo dell'imprenditoria?
Si è capovolto! Ora siamo tutti individui pensanti – come dicevano i miei genitori - anche se la donna rimane sempre l’anello portante della Famiglia e deve provvedere al ruolo di figlia, moglie, madre e nonna. Il nostro Stato a tutt’oggi non aiuta assolutamente l’evoluzione femminile: mancano strutture come asili nido, scuole materne, scuole dell’obbligo a tempo pieno per cui una donna, per potersi realizzare, deve contare sull’appoggio più che giusto del suo compagno e, quando ci sono, delle nonne. Propongo al Ministro della salute, l’ onorevole Lorenzin, di investire in strutture che diano alle giovani coppie la possibilità di contare su uno Stato presente e non assente.


Gli alambicchi a vapore della distilleria Nonino

La distillazione è ancora “una magia” o l'evoluzione tecnica ha cambiato le cose anche in questo settore? Quanto c'è di tradizione e quanto di innovazione nel vostro prodotto?

La Grappa Nonino rimane una “magia”. Anzi, Benito nel trasmetterci l’arte della distillazione ci ha insegnato che la distillazione deve essere immediatamente successiva alla fermentazione. Così si previene la formazione dell’alcool metilico, si raccoglie il meglio dei profumi e dei sapori delle bucce dell’uva dei vari vitigni. Inoltre, contro l’usanza che voleva la distillazione delle vinacce assemblate e lungamente conservate, abbiamo deciso di selezionare le bucce di un singolo vitigno, coltivato in zone vocate per poi fermentarle e distillarle separatamente, ciascuna a sé. È nata così la rivoluzione Nonino. Tutto questo è stato possibile perché ci abbiamo creduto, aiutati da tante persone che condividono con noi i valori più semplici ma più difficili da realizzare: la ricerca della qualità assoluta nel rispetto dell’uomo, della sua terra, dei suoi frutti, della sua cultura. Forse il vero merito è stato quello di sfidare il futuro senza dimenticare la parte migliore del passato.

Com'è avvenuta la diffusione del marchio Nonino nel mondo? Che strategie avete seguito?
All'eccellenza della Grappa abbiamo unito un packaging unico, innovativo, che facesse comprendere fin dall'esterno che dentro quella bottiglia c'era qualche cosa di unico, fino ad allora mai esistita. Poi regalandola a coloro che oggi vengono chiamati "opinion leader ", figure che allora non esistevano: un'operazione di marketing spontaneo trasmesso da me personalmente durante le grandi cene del mondo dove erano presenti i personaggi che potevano apprezzare il nostro nettare amarlo e farlo conoscere al mondo intero!

Com'è nato il Premio Nonino?
I miei genitori fin dall’infanzia mi hanno trasmesso l’amore per le mie radici, la conoscenza del nostro territorio e dei suoi tesori. Fin da piccola mi hanno spiegato perché le vigne ed i vitigni autoctoni friulani solo nel loro habitat potevano dare risultati eccelsi, perché la tradizione non è fatta soltanto di conservazione ma anche dell’esperienza di quanti ci hanno preceduti. Insistevano nel dirmi quello che soltanto oggi, a distanza di tanti anni e tanti errori, quasi tutti ammettono: i nostri antichi prodotti e gli antichi valori devono essere protetti, salvati, pena la perdita della nostra identità. È con questi principi che nel 1975 con Benito abbiamo creato il Premio Nonino Risit D’Aur per salvare, premiare e far ufficialmente riconoscere la coltivazione ed ottenere il diritto di impianto per gli antichi vitigni friulani: Pignolo, Schioppettino, Tazzelenghe e Ribolla Gialla in purezza. Questi vitigni, non essendo inseriti nell’albo comunitario europeo delle varietà friulane di viti atte alla vinificazione, erano proibiti.

Con che metodo e con quali criteri vengono scelti i premiati?
Abbiamo una Giuria unica presieduta dal Premio Nobel per la letteratura Vidia Naipaul e composta da uomini di cultura, scienza, ricerca, accomunati dagli stessi nostri valori: il rispetto della Civiltà contadina, della natura, della Terra, dell’uomo. Ciascuno di loro propone una candidatura e alla fine viene scelto il vincitore in ciascuna sezione del Premio. Nel 1977 al Premio Nonino Risit D’Aur si è affiancato il Premio Nonino di Letteratura, che dal 1983 si è completato con la Sezione Internazionale. Come dichiarò Leonardo Sciascia, “…nel momento in cui morirà la civiltà contadina, morirà anche l’uomo”. Vale in tutto il mondo. Così negli anni il Premio Nonino ha anticipato ben cinque Premi Nobel!

È più orgogliosa per questo o per aver salvato dall'estinzione i vitigni autoctoni friulani?
Sono orgogliosa della mia famiglia, di quanto siamo riusciti a fare a favore della sopravvivenza dell'uomo della terra, a favore delle diversità di ciascun luogo della terra.

Qual è la grappa più particolare che avete prodotto? E quella che lei preferisce?
Le amo tutte, ma a seconda dello stato d'animo nel momento in cui le" gusto" mi procurano emozioni, sentori e piaceri diversi. La nostra Grappa è un unicum. Racchiude l'amore, l'attenzione, la cura che vanno dalla terra al vignaiolo, al distillatore, al consumatore. Abbiamo una distilleria per ciascun membro della Famiglia composta da 12 alambicchi ciascuna, ed altre 8 per i nostri nipoti in segno di continuità! Conserviamo tutto questo patrimonio attraverso una distillazione goccia a goccia con metodo artigianale, una garanzia.

Ha mai pensato di produrre del vino?
Lo produciamo nella nostra vigna di Buttrio per ora solamente per la nostra famiglia!


Giannola Nonino con le figlie Cristina, Elisabetta e Antonella e il marito Benito