Un film cult che è molto di più di una semplice parodia
SCHEDA DEL FILM
- TITOLO ORIGINALE: Young Frankenstein
- REGIA: Mel Brooks
- INTERPRETI: Gene Wilder, Marty Feldman, Cloris Leachman, Kenneth Mars, Liam Dunn, Gene Hackman, Madeline Kahn, Peter Boyle, Teri Garr, Richard Haydn
- SCENEGGIATURA: Gene Wilder, Mel Brooks
- FOTOGRAFIA: Gerald Hirschfeld
- MONTAGGIO: John C. Howard
- MUSICHE: John Morris
- EFFETTI SPECIALI: Henry Millar Jr., Hal Millar
- ANNO: 1974
Frankenstein Junior è un film che negli anni è pian piano diventato un vero e proprio cult. Scene, battute, interpretazioni entrate nella storia del cinema ed oramai indimenticabili. Fu campione di incassi quando, nel 1975, uscì nelle sale e inserito, nel 2003, al tredicesimo posto della lista AFI delle migliori cento commedie di tutti i tempi.
Siamo nella New York degli anni ’30 quando al dottor Frederick Frankenstein, interpretato da Gene Wilder, (da pronunciarsi Frankenstin perché rifiuta e disconosce la discendenza dal famoso barone) un notaio comunica la morte del nonno e che è l’unico erede del castello in Transilvania.
Si reca quindi in Romania e qui comincia, dopo aver trovato il laboratorio segreto del nonno, ad interessarsi agli scritti e agli esperimenti del suo avo (che prima disprezzava) riguardanti la rianimazione di corpi inanimati, fino ad arrivare a dare vita ad una creatura con la oramai celeberrima esclamazione “Si-può-fare”!
Il regista, Mel Brooks, con l’ambientazione, le scenografie, il sonoro, le interpretazioni ed uno straordinario bianco/nero ha realizzato una macchina perfetta di puro divertimento. Un capolavoro corale.
Un film dove non mancano momenti poetici e altri drammatici.
Una lettura comica, parodistica e demenziale che non deve essere interpretata come presa in giro o mancanza di rispetto per l’opera originale, ma un vero e proprio omaggio al film del 1931, quel Frankenstein di James Whale che fu il primo sulla mostruosa creatura. A dimostralo è l’attenzione maniacale nel realizzarlo che arriva persino a simularne la tecnica dei film degli anni ’30 e ad utilizzare gli stessi interni del laboratorio utilizzati nel 1931.
Addirittura, alcuni oggetti di scena usati nel film da Whale, sono stati riproposti da Brooks nella stessa posizione del film originale! Non solo, ma Kenneth Strickfaden che realizzò le scenografie del film del ’31, accettò di collaborare al film di Brooks mettendo a disposizione le sue opere originali.
L’idea del film venne allo stesso Gene Wilder che collaborò alla sceneggiatura con Brooks. Sono innumerevoli i momenti indimenticabili del film: l’incontro in stazione con Igor (che polemicamente vuole essere chiamato “Aigor”) interpretato da uno straordinario Marty Feldman; l’attraversamento del bosco dove viene pronunciato il famoso “Lupo ulula… Là! Lupu… ululà e Castellu… ululì!”; i cavalli che si spaventano ogni volta che si pronuncia il nome di Frau Blücher, assistente del vecchio barone; l’esilarante scena della scoperta del laboratorio segreto. La creatura è interpretata da Peter Boyle mentre nell’eremita cieco furono pochi a riconoscere Gene Hackman che, pur di partecipare al progetto, accettò una piccolissima parte a titolo quasi gratuito. Si narra che la troupe si divertì così tanto che aggiunsero nuove riprese col solo scopo di aumentare i tempi di produzione.
Al successo dell'edizione italiana ha contribuito il grande lavoro fatto in fase di doppiaggio che non si è limitato ad una semplice e letterale traduzione, spesso impossibile, ma sfruttando i dialoghi originali e giocando con le parole è riuscito a creare delle perle di comicità.
Al punto che ci sono frasi e dialoghi che risultano molto più divertenti nella versione italiana che in quella inglese.
Assolutamente da vedere!