Razzismo, pregiudizi e solite paure, purtroppo sempre attuali
SCHEDA DEL FILM
- TITOLO ORIGINALE: To Kill a Mockingbird
- REGIA: Robert Mulligan
- INTERPRETI: Gregory Peck, Mary Badham, Phillip Alford, Robert Duvall, John Megna, Estelle Evans, Brock Peters, Frank Overton, James Anderson, Collin Wilcox Paxton, Rosemary Murphy
- SCENEGGIATURA: Horton Foote
- FOTOGRAFIA: Russell Harlan
- MONTAGGIO:Aaron Stell
- MUSICHE:Elmer Bernstein
- SCENOGRAFIA: Henry Bumstead
- ANNO: 1962
La vicenda narrata è ambientata nella profonda Alabama negli anni ’30.
Siamo in tempi e luoghi di dura e feroce segregazione razziale ed economicamente, nella grande depressione.
Seguiamo le quotidiane avventure estive della piccola Scout e di suo fratello Jem. Orfani di madre, vivono col il padre, un avvocato progressista, che li educa secondo saldi principi di moralità e tolleranza. Insegna loro soprattutto il rispetto e l’ascolto degli altri e a non giudicare, se non si conosce. Tutti i bambini hanno paura di un certo Boo, uomo che nessuno di loro ha mai visto e conosciuto. La leggenda dice che sia tenuto chiuso in casa perché ritenuto violento e pericoloso. I bambini passano ore ad escogitare modi per poterlo almeno intravedere e girano spesso attorno alla casa dove, si racconta, sia segregato.
Nel frattempo il padre di Scout e Jem, l’avvocato Atticus Finch, accetta di difendere un ragazzo di colore, Tom, accusato di aver aggredito una ragazza bianca. Ad accusarlo è il padre di questa, il signor Bob. Durante il processo l’avvocato riesce a dimostrare l’infondatezza dell’accusa. Non solo, riesce a dimostrare l’innocenza di Tom e a provare che la ragazza è stata invece brutalmente picchiata dal padre, uomo violento e alcolizzato. L’arringa finale è straordinaria, ma la sentenza è purtroppo già scritta. Tom verrà condannato e in carcere, cercando la fuga, verrà assassinato.
Il padre della ragazza però, vistosi smascherato e furioso con l’avvocato tenterà di vendicarsi aggredendo i suoi figli che saranno salvati dall’intervento di uno sconosciuto. Non è altro che il “misterioso” Boo che nello scontro ucciderà il violento Bob. Si scoprirà che Boo non è affatto violento, ma solo una persona timida e con problemi relazionali che - pur non potendoli frequentare - si era affezionato ai quei ragazzi che sentiva girare attorno a casa, desiderando interagire con loro. Lo sceriffo, capendo che Boo è intervenuto a difesa dei bambini, archivierà il caso, stabilendo che la morte del violento Bob è avvenuta a causa di un incidente. Il film è raccontato in prima persona da Scout e vinse tre premi Oscar: miglior attore protagonista, Gregory Peck, miglior sceneggiatura originale e miglior scenografia. Un bianco/nero a dir poco straordinario, come il bianco e il nero della pelle, che tanto rancore può generare. Il sunto e messaggio del film sta nelle parole finali di Scout “Una volta Atticus mi aveva detto: non riuscirai mai a capire una persona se non cerchi di metterti nei suoi panni, se non cerchi di vedere le cose dal suo punto di vista".
Ci sono film che pur raccontando fatti passati, ambientati molti anni fa, in altre ere e società, ti colpiscono per l’attualità dei temi trattati. Il diverso, la discriminazione, il pregiudizio. Passano gli anni, cambiano i tempi, le società, ma le paure, spesso infondate, sono sempre le stesse. Le dinamiche che portano intere comunità a compiere atti incivili non cambiano. Sentimenti ben raccontati nel film “Il buio oltre la siepe”, tratto dal libro di Harper Lee, To Kill a Mockinbird, pubblicato nel 1960 e vincitore nel 1961 del prestigioso premio Pulitzer. Il film risulta molto fedele al libro, tanto che la stessa Harper Lee ha più volte dichiarato di potersi ritenere molto soddisfatta della pellicola. Da vedere e rivedere!