Il film che non puoi non associare a Massimo Troisi
SCHEDA DEL FILM
- TITOLO ORIGINALE: Il postino
- REGIA: Michael Radford
- INTERPRETI: Massimo Troisi, Philippe Noiret, Maria Grazia Cucinotta, Linda Moretti, Renato Scarpa, Mariano Rigillo, Anna Bonaiuto, Simona Caparrini, Michael Diana, Assunta Stacconi
- SCENEGGIATURA: Massimo Troisi, Anna Pavignano, Michael Radford, Furio Scarpelli, Giacomo Scarpelli
- FOTOGRAFIA: Franco Di Giacomo
- MONTAGGIO: Roberto Perpignani
- MUSICHE: Luis Bacalov
- ANNO: 1994
Siamo agli inizi degli anni ’50. Mario Ruoppolo è un giovane pescatore. Vive con il padre vedovo su un’isola nel golfo di Napoli e non apprezza particolarmente il dover vivere di pesca. Un giorno, all’ufficio postale, nota un annuncio relativo ad un posto di lavoro come postino. L’annuncio è rivolto a chiunque sappia leggere e possieda una bicicletta.
Si presenta al colloquio e viene assunto. Il lavoro è particolare perché, essendo sull’isola quasi tutti analfabeti, la posta da consegnare sono sempre e solo le lettere a Pablo Neruda, che si trova esiliato sull’isola assieme alla moglie.
Mario inizia così il suo lavoro, consegnando tutti i giorni le tante lettere che riceve lo scrittore. Vuole a questo punto conoscere meglio quest’uomo, compra un suo libro e ne rimane affascinato.
Col passare dei giorni tra il poeta e Mario nasce una sincera amicizia. Il postino non si limita a consegnare la posta, ma fa con Neruda lunghe passeggiate, durante le quali chiacchierano di scrittura e politica.
A ben vedere, sono anime in esilio. Neruda, a causa delle sue convinzioni comuniste cacciato dal suo Cile dei generali, e Mario, che vive in una comunità dove è quasi invisibile.
Una comunità dedita al lavoro, alla pesca, che non ha neppure l’acquedotto. Analfabeta che non ha né tempo né voglia di arte, di poesia. Entrambi trovano nell’altro un amico con cui confidarsi.
Mario vuole imparare, vuole poter riuscire a trovare sempre le parole giuste. Comprende finalmente il significato del termine “metafore” ed impara ad utilizzarle. Sullo sfondo un Paese che si apprestava a vivere il boom economico.
Mario è un poeta, è che non sa di esserlo. Neruda vede in lui la bellezza dell’ingenuità e l’amicizia tra i due diventa il film. L’essenza della storia narrata. Qui c’è anche l’incontro con Beatrice. Mario si innamora della nipote della barista e chiede aiuto a Neruda affinché le scriva alcune poesie d’amore per conquistarla. Un amore che la donna non vede di buon occhio. Il tempo corre e dal Cile arriva finalmente l’annuncio che il mandato d'arresto nei confronti di Neruda è stato revocato e che quindi potrà tornare a casa.
Gli anni passano e Neruda tornato sull’isola trova solo Beatrice e il piccolo Pablito. Mario è stato ucciso dalla polizia in una manifestazione politica.
Troisi, dopo averlo letto, volle a tutti i costi acquistare i diritti del libro Il postino di Neruda (1986) di Antonio Skármeta e farne un film. Spostò la storia, ambientata in un villaggio cileno, su un’isola del golfo di Napoli.
Anche il contesto politico ha un ruolo centrale.
Il libro si conclude con l’arrivo della dittatura di Pinochet e la morte di Neruda, il film con quella di Mario. Nel ruolo di Neruda c'è uno straordinario, malinconico Philippe Noiret.
Ma il film si regge tutto sulla figura sofferente di Troisi. Le riprese iniziarono in ritardo proprio perché l'attore era da poco rientrato dagli Stati Uniti dove aveva subito un delicato intervento chirurgico al cuore. Troisi morì, a soli 41 anni, il giorno dopo l’ultimo ciak a Cinecittà.
Nel ruolo di Beatrice portò poi alla ribalta Maria Grazia Cucinotta che grazie a questo film si fece conoscere al grande pubblico.
Il film fece incassi straordinari anche all’estero ed ebbe cinque nomination agli oscar, vincendo quello per la colonna sonora di Luis Bacalov.