La fuga di Rosalba in una Venezia più intima e vera
SCHEDA DEL FILM
- TITOLO ORIGINALE: Pane e tulipani
- REGIA: Silvio Soldini
- INTERPRETI: Licia Maglietta, Bruno Ganz, Giuseppe Battiston, Antonio Catania, Marina Massironi, Vitalba Andrea, Daniela Piperno
- SCENEGGIATURA: Doriana Leondeff, Silvio Soldini
- FOTOGRAFIA: Luca Bigazzi
- MONTAGGIO: Carlotta Cristiani
- MUSICHE: Giovanni Venosta
- COSTUMI: Silvia Nebiolo
- ANNO: 2000
Lo vidi per la prima volta nei primi anni Duemila e mi è stato recentemente ricordato dall’amica Silvia. “Pane e Tulipani” è la storia di Rosalba, una casalinga di Pescara. La semplice storia di una fuga, di una parentesi, che la protagonista si prende nella sua vita, approfittando di un episodio che le capita durante una gita.
Rosalba, il marito e due figli adolescenti fanno parte di una numerosa comitiva in visita a Paestum e durante una sosta in autogrill, mentre si trova al bagno, la corriera riparte senza di lei. Rosalba si trova così sola e non sa cosa fare. Decide di provare a fare l’autostop per tornare a casa, ma si ritrova a Venezia, città dove non è mai stata. Decide di passarci la giornata ma gli capita di perdere il treno e l’evento la porta a maturare l’idea di prendersi una vacanza dalla famiglia e dalla routine di tutti i giorni. A Venezia conosce Fernando, un cameriere d’origine islandese che le offre di alloggiare da lui, trova lavoro presso un burbero e bisbetico fioraio e diventa amica della vicina di casa di Fernando, Grazia, una massaggiatrice solare ed allegra.
Rosalba è felice. Ha ripreso in mano la sua vita, si sta gustando questa parentesi.
Ma ha una famiglia. Un marito rozzo, infedele e autoritario e due figli. Il grande, che spesso è in sintonia con il padre, e uno più piccolo, sensibile, fragile, molto più legato alla madre. Passano i giorni e Rosalba è sempre più attratta da Ferdando, uomo gentile, introverso, colto ed educato. Tra i due nasce una storia. Rosalba riscopre il piacere di essere corteggiata, di essere trattata con gentilezza.
Il marito, però, non tollera che la moglie si sia presa una vacanza ed ingaggia un suo dipendente affinché vada a Venezia a cercare la moglie e la riporti a casa. Il caso vuole che l’improvvisato detective si innamori, corrisposto, di Grazia e per amor suo comunichi al marito di Rosalba che non intende portare avanti la “missione” e che, anche se ritrovasse la moglie, non intende riportala a casa. Sarà l'amante di suo marito, amica di famiglia, che con l’inganno la riporterà a casa e alla vita di tutti i giorni. Ma Venezia, non come luogo, ma come sentimento e stato d’animo le è entrata dentro. Il ricordo di quei giorni di libertà è sempre presente. Non è più la Rosalba rassegnata e triste vista all'inizio del film. I personaggi incontrati l’hanno cambiata come lei ha cambiato tutti quelli che l’hanno conosciuta.
Sarà Fernando, che, fattosi coraggio, si recherà a Pescara, a dichiarare il suo amore per Rosalba, che accetterà di tornare a Venezia con lui ma stavolta, con loro, ci sarà anche Nicola, il figlio più piccolo.
La regia di Silvio Soldini ci mostra una Venezia che non è per nulla quella turistica. È una Venezia più intima e vera, come i sentimenti delle persone. Anche quando la protagonista sarà nel Canal Grande non vedremo quello da cartolina, ma quello di tutti i giorni, quasi irriconoscibile.
Rosalba è interpretata da una bravissima Licia Maglietta, Bruno Ganz è il gentile e un po’ misterioso Fernando, Antonio Catania è il marito di Rosalba, il friulano Giuseppe Battiston è l’investigatore, Marina Massironi è Grazia e Felice Andreasi è l’anarchico fioraio Fermo. Una squadra affiatata che fa di questo uno dei più belli e riusciti film italiani. Vincitore di ben nove David di Donatello e cinque Nastri d’Argento. Da vedere assolutamente.