Inno dolcissimo ad una Cina rurale che sta scomparendo
SCHEDA DEL FILM
- TITOLO ORIGINALE: Yǐn rù chényān
- REGIA: Li Ruijun
- INTERPRETI: Wu Renlin, Hai Qing, Zhao Dengping, Guangrui Yang, Wang Cailan
- SCENEGGIATURA: Li Ruijun
- FOTOGRAFIA: Wang Weihua
- MONTAGGIO: Li Ruijun
- MUSICHE: Peyman Yazdanian
- SCENOGRAFIA: Han Dahai
- ANNO: 2022
Siamo nella zona nord-ovest della Cina. Vicini alla Mongolia. Due famiglie che trattano per un ma- trimonio combinato tra Youtie e Guiying, un uomo e una donna già avanti con gli anni. I due sono considerati un peso e poco sopportati dalle rispettive famiglie. Lui è chiamato con disprezzo “quarto fratello”, lo fanno vivere vicino alla stalla; lei ha problemi di incontinenza e fisici dovuti a violenze e soprusi subiti in famiglia fin da bambina. Violenze domestiche che l’hanno devastata e portato ad avere un continuo tremolio ad un braccio. Due persone sole, silenziose. Fin dall’inizio assistono al fatto che sono gli altri a decidere per loro, del loro futuro. E silenziosamente obbediscono andando ad abitare in un’umilissima casetta in mezzo ai prati. Quando lui scopre i suoi problemi di incontinenza, corre ogniqualvolta a coprirla con un cappotto in modo che la donna non si imbarazzi davanti agli altri. Un gesto che commuove Guiying e l’aiuta a fidarsi di questo contadino e lo ricambia aiutandolo poi a lavorare la terra e a prendersi cura del suo amato asino. È l’inizio di una straordinaria storia di amore, che avanza piano piano, un rapporto genuino. Fatto di piccoli gesti, piccole quotidiane attenzioni. Una relazione che il regista vuole sottolineare mostrando in quasi tutto il film i due insieme nella stessa inquadratura. La loro relazione è incastonata nei ritmi della natura, perché Youtie e Guiying sono contadi- ni. Amano la natura, le cose semplici. Ai soldi e alle comodità preferiscono un bel campo di grano, il benessere del loro asino. Le macchine corrono, l’agricoltura si modernizza, ma loro rifiutano tutto questo, che per loro non è affatto un progresso. E rifiuteranno anche i soldi che lo Stato offre ai contadini per abbandonare la campagna per andare a vivere in città. Quando le famiglie li porteranno a vedere un appartamento lui chiede “La gente può vive- re qui. Ma dove metto il mio asino”? Lo sfruttamento è ben rappresentato dalla metafora della donazione del sangue. Youtie è l’unico del villaggio ad avere un tipo di sangue che può sal- vare il ricco proprietario e capo partito che paga gli affitti e i prodotti. Per tutto il film Youtie sarà spesso chiamato a donare. Riusciranno da soli, mattone dopo mattone, a costruire una casetta tutta loro. Avranno qualche gallina e un paio di maiali. Il finale amaro, sembra una sconfitta. Lei non c’è più, lui libera l’asino e forse libera se stesso, mentre le ruspe fanno scempio del loro duro lavoro. Non c’è spazio per i sentimenti nel tempo che corre. In una Cina rurale che sta scomparendo, non rendendosi conto che in realtà si sta distruggendo il fu- turo. Youtie dov’è? Che fine ha fatto? Nessuno lo sa, perché rappresenta i milioni di contadini sconosciuti che silenziosamente scompaiono. Milioni di persone silenziose. Un film inno alla resistenza, alle cose semplici, di persone semplici ma intense e determinate.
L’attore che interpreta il protagonista è un vero agricoltore, nonché zio del regista, mentre l’attrice è una star cinese che per mesi si è preparata al ruolo vivendo in zona, imparando a lavorare la terra ed accudire gli animali.
Il film è stato girato nel villaggio natio del regista e dopo notevoli incassi, il governo è intervenuto rimuovendo il film da tutte le piattaforme streaming e cancellando i commenti e le recensioni.
Rallentare, fermarsi un attimo a riflettere su cosa stiamo facendo e dove stiamo andando può dar fa- stidio, può risvegliare coscienze ed essere pericolo- so, se non rivoluzionario!