Il giovane artista di Rive D'Arcano protagonista della mostra organizzata lo scorso ottobre negli spazi del forte Col Roncone

“CollinArte” è una manifestazione d’interesse territoriale inclusivo che ha come protagonisti artisti o persone talentuose residenti nei Comuni appartenenti alla Comunità Collinare del Friuli. Provando a dare una definizione, è un insieme di mostre d’arte o di arti varie, una per ogni Comune della Comunità Collinare. 

Rientra in questa cornice l'esposizione organizzata lo scorso ottobre nel forte Col Roncone di Rive D'Arcano dall'amministrazione comunale e che ha avuto tra i suoi protagonisti anche Moreno Burelli. 

“CollinArte - spiega Deni Topazzini, consigliere con delega alla Cultura del Comune di Rive D'Arcano - ha lo scopo di mettere in evidenza le peculiarità artistiche, poetiche, musicali e anche artigianali di molti nostri concittadini, dando loro la possibilità di avere un’ampia platea che difficilmente avrebbero potuto trovare in autonomia. A corollario delle sin- gole mostre le varie amministrazioni comunali organizzano poi spettacoli o proposte culturali legate ad esempio all’ambito editoriale per creare un circuito il più ampio possibile di pubblico che in questo modo ha anche la possibilità di conoscere i singoli territori nei quali la rassegna è inserita”. Il progetto di “CollinArte” ha preso avvio oltre due anni fa dopo lo stop a tutte le manifestazioni culturali imposto dalla pandemia, grazie alla Comunità Collinare del Friuli e il supporto della Consulta Cultura che riunisce gli assessori e i consi- glieri dei Comuni che appartengono alla Comunità stessa. “L'evento, unico nel suo genere in Regione per ampiezza territoriale, - commenta Topazzini - fin dalla prima edizione del 2022 ha ottenuto ampi consensi sia in termini di partecipazione artistica che di pubblico. 

 E anche l'edizione del 2023, che aveva come titolo 'Una terra una storia' ha suscitato un grande interesse collettivo sia a livello locale che esternamente al bacino collinare. Traducendo in numeri, solamente a Rive d’Arcano si sono registrate 500 presenze. Prendendo atto che il forte è situato in un contesto naturalistico di straordinaria bellezza, ma in un luogo piuttosto isolato e lontano dai centri abitati, e considerando che la mostra era visitabile solamente il sabato e la domenica, direi che l’afflusso è stato consistente”.

 Queste mostre trasmettono emozioni, sentimenti ed allo stesso tempo veicolano passioni.

 Mettendo in mostra il frutto talentuoso delle persone, il visitatore può guardare, ammirare, assaggiare, in alcuni casi ascoltare ed in altri anche toccare le opere esposte.

È importante sottolineare che alla base ci sono sia la finalità sociale e aggregativa sia quella culturale.

Uno dei tratti distintivi dell'esposizione è il suo carattere inclusivo, che dà spazio agli artisti locali, senza pregiudizi legati alla loro condizione, ma valutando solo la forza della loro creatività. “Alla prima edizione - continua Topazzini - era stata mia cura invitare tra agli artisti una donna con una patologia severa, la distrofia muscolare, che fin da subito era diventata protagonista con le sue opere molto belle e significative che trasmettevano in maniera diretta, senza sconti, messaggi di disagio e in altre, al contrario, facevano sentire a disagio l’osservatore, fa- cendolo immedesimare nelle difficoltà che lei stava af- frontando. Nella edizione 2023 quest’artista si è ripresentata con tele fatte in tempi lontani, poiché la sua patologia non le permette più di dipingere”. 


Le opere di Moreno

 Una storia analoga a quella di Moreno Burelli che la distrofia di Duchenne ha costretto negli anni a cercare strade nuove per esprimersi artisticamente.

 “L’artista Moreno Burelli - racconta Topazzini - lo stavamo aspettando, la sua partecipazione rientrava tra gli obiettivi che ci eravamo prefissati già all’origine di “CollinArte”.

Ho conosciuto solamente di recente Moreno, assieme a tutta la sua splendida famiglia, e ho subito avuto modo di apprezzarne l’intelligenza, lo spirito critico il suo sano umorismo, che a volte ti lascia basito. 

Un giorno a casa sua mi ha spiegato le tecniche delle sue produzioni e l’evoluzione che nel tempo i suoi disegni e dipinti hanno dovuto subire. 

 Devo dire che con la sua caparbietà ha sempre trovato il modo di aggirare i problemi che condizionano la sua vena artistica e soprattutto la sua vita. Dovremmo tutti un attimo fermarci a ragionare sulla generale ricerca di un benessere materiale e frivolo e sul fatto che, consapevolmente o meno, indossiamo spesso maschere che non riusciamo a togliere nemmeno quando siamo da soli. Viviamo in un mondo fatto di apparenza senza sostanza, è qui che Moreno ci emoziona, riesce a darci una lezione ogni volta che incrociamo i suoi occhi”.

 Nell'allestimento della mostra, a Burelli era stato riservato uno spazio in fondo ad un lungo corridoio lungo il quale si potevano ammirare una serie di pregevoli dipinti, oggetti d’artigianato, sculture in legno e eleganti manufatti fatti in ferro ed in rame.

“Quando il visitatore arrivava in fondo con la percezione di aver esaurito il percorso espositivo - racconta Topazzini - rimaneva un po’ meravigliato, non capendo cosa rappresentassero quei disegni e quei dipinti, alcuni molto belli ed altri realizzati con tecniche diverse in una sorta di caleidoscopio apparentemente senza una logica. 

 Poi analizzando con più interesse quell’angolo ad un certo punto i visitatori si imbattevano nella foto di Moreno, fornitami dalla sua famiglia, intento a dipingere con la bocca a bordo della sua “fuoriserie”.

A quel punto tutti, e dico tutti, si zittivano e in alcuni casi ho visto anche una lacrima rigare il viso. 

L’angolo più autentico di tutta la mostra di “CollinArte” era perciò proprio questo, organizzato attorno a creazioni che a prima vista a qualcuno potevano sembrare infantili, ma che, con una conoscenza più approfondita e direi anche coscienza, diventavano opere d’arte dal valore inestimabile”.

 “CollinArte - conclude To- pazzini - si ripeterà anche quest’anno.

 Torneranno gli artisti e le persone che hanno manualità straordinarie, elaboreremo nuove idee per stupire i visitatori, coinvolgendo sempre più la nostra comunità e tutti coloro che hanno voglia di mettersi in gioco e naturalmente sarà sempre coprotagonista il territorio”.


L'inaugurazione della mostra con le autorità

Il forte Col Roncone
Il forte Col Roncone è una traccia di memoria storica presente sul territorio di Rive d’Arcano, costruito tra il 1909 e il 1912 con lo scopo di difendere il territorio italiano da un ipotetico invasore proveniente dal fronte austroungarico. Faceva parte della linea difensiva del Tagliamento ed era uno dei 35 siti difensivi che tagliavano longitudinalmente la regione partendo dal mare fino alle alte montagne della nostra Regione.
Il possente manufatto inserito nella linea difensiva doveva trattenere l’invasore per un periodo di alcuni giorni dando così il tempo necessario a organizzare una difesa molto più sostanziosa sulle retrovie.
È stato ristrutturato ed inaugurato nel 2008 dopo un puntuale intervento di recupero grazie a un finanziamento del programma comunitario “Obiettivo 2” abbinato a una parallela compartecipazione economica comunale.
L’intervento ha conservato nel manufatto le caratteristiche originarie di edificio militare difensivo e contemporaneamente ha reso i locali interni e i lunghi corridoi idonei ad ospitare eventi di carattere culturale ed espositivo, in cui possono trovare spazio più di duecento opere d’arte, senza contare l’immenso spazio esterno ideale anche per spettacoli all’aperto.

Gli altri eventi di CollinArte 2023 a Rive D'arcano
L’inaugurazione della mostra al forte Col Roncone è stata accompagnata da un concerto all’aperto di ”Bagni di Gong” diretto da Marco Pirona, dando una sensazione di relax e serenità alle persone presenti: fondamentali sono stati il bel tempo, il tramonto e la natura circostante. In un’altra occasione si e svolta all’interno del forte la proiezione del docufilm in lingua friulana del regista Romano Remigio “Cence Sunsur”, che tradotto significa “senza chiasso”. Il film racconta la perdita della civiltà friulana. Entrambi gli eventi erano in linea con il titolo della mostra di CollinArte: “Una terra una storia”.

La Comunità Collinare del Friuli
La Comunità Collinare del Friuli ha una storia lunghissima, iniziata nel 1967. Attualmente è composta da 16 Comuni tutti confinanti: Buja, Colloredo di Monte Albano, Coseano, Dignano, Fagagna, Flaibano, Forgaria nel Friuli, Majano, Moruzzo, Osoppo, Pagnacco, Ragogna, Rive d’Arcano, San Daniele, San Vito di Fagagna e Treppo Grande. Dal punto di vista demografico questo ente comprende più di 50mila persone ed è posto al centro del Friuli in un contesto molto ricco sia dal punto di vista naturalistico che da quello storico.