Quest’opera di Vincent Van Gogh è stata fatta nel 1890 quando era a Saint Rémy. Come regalo a suo fratello e alla moglie per la nascita di loro figlio, che si chiamerà Vincent, come lo zio, a riprova del legame che c’era fra i fratelli.
È un olio su tela di 73,5 centimetri per 92 ed è un’opera che non ho visto molto e che per me è stata una scoperta!
È molto suggestiva. Racchiude la rinascita dopo il lungo periodo invernale e il signifi- cato che porta con sé questa nuova vita per l’autore. È molto bella, serena e allo stesso tempo carica di vitalità: un ramo di un man- dorlo, brullo, invernale, fiorito, con una fioritura stagliata su un cielo azzurro.
L’albero nodoso, i rami colorati, i colori dal verde al marrone sul quale spiccano i fiori aperti candidi e lucenti al massimo o i boccioli lievemente rosati. Fiori leggeri, impalpabili, realizzati con molto colore e resi importanti. Un quadro luminoso in cui i fiori nel loro candore e con la loro matericità emergono dallo sfondo azzurro terso con momenti turchesi del cielo primaverile.
Sembra quasi un augurio al nascituro: il trionfo gioioso della vita, che fa riemergere per un momento Vin- cent dai momenti di turbolenza della sua mente.
Qualcosa destinato a finire poco dopo, che si riproporrà ogni primavera... ma che l'artista, invece, consegna all’eternità. Questo quadro verrà giudicato da lui stesso come il migliore. Per questo soggetto Van Gogh ha tratto spunto dalle stampe giapponesi nelle quali però viene rappresentato il ciliegio, lui invece usa il mandorlo in quanto è il primo albero a fiorire e rappresenta il significato che vuole dare all'opera. Van Gogh infatti fu attratto anche dal Giapponismo, la passione per le opere d'arte giapponesi che si diffuse in Europa a partire dal 1850, con l'intensificarsi dei traffici commerciali con quel Paese, e che menziona in una lettera al fratello. Il quadro oggi è esposto al Van Gogh Museum di Amsterdam, nella sezione Saint Remy.