“Io voglio vincere sempre. L’opinione secondo cui la cosa importante è competere è un’assurdità”
Ho scelto di parlare di Ayrton Senna perché purtroppo ricordo ancora quel primo maggio del 1994 in cui morì per un tragico incidente durante il Gran Premio di San Marino di Formula 1. La vettura guidata da Senna uscì di pista a causa del cedimento del piantone dello sterzo che era stato modificato proprio quella notte, il pilota venne ricoverato all’Ospedale Maggiore di Bologna, in rianimazione. Nonostante i grandi sforzi, morì alle 18:40.
Senna aveva un fascino indiscusso, era raffinato nello stile di guida, passionale, ma anche duro con gli avversari.
Nel 1992, dopo il gran premio di Francia, al termine della gara fece una lavata di testa a Schumacher che lo aveva tamponato. Era andata peggio nel 1987, quando una discussione con Mansell dopo un contatto in gara finì a calci e pugni.
Ma la rivalità che contribuì ha creare il mito di Senna fu quella con Alain Prost: il brasiliano vinse il suo primo titolo a Suzuka con una rimonta da leggenda e un sorpasso sul francese che ancora oggi strappa applausi. E se Senna non arrivò alla Ferrari, fu anche perché Prost non lo volle.
Ma erano grandi piloti e uomini veri. L’uno non poteva fare a meno dell’altro.
Disse un giorno Senna: «Lui con me è umanamente incompatibile ma non riesco a immaginare la mia carriera senza lo stimolo rappresentato da Alain». E dopo la tragedia di Imola, Prost affermò commosso: «Ho perso una parte di me».
Senna era uno dei piloti più pagati dell’epoca, ma soltanto alla sua morte si è scoperto che una buona fetta dei suoi guadagni venivano elargiti in beneficenza. Un particolare che Ayrton ha sempre voluto mantenere riservato e che è stato svelato poi dalla sorella Viviane.
Proprio a lei Senna pochi mesi prima di morire aveva raccontato di voler creare un'organizzazione che aiutasse in Brasile i bambini poveri a costruirsi un futuro.
Un progetto che Viviane realizzò, creando nel novembre del 1994 la Fondazione “Ayrton Senna” che da allora ha consentito a migliaia di ragazzi di avere un'istruzione.
Anche per questo Ayrton Senna non è stato solo un grande pilota, ma un uomo che saputo conquistare i cuori delle persone anche al di fuori degli appassionati di Formula 1, diventando l'incarnazione di valori e speranze che vanno ben oltre i confini dello sport.
La vita
Nato a San Paolo il 21 marzo 1960, morto a Bologna il 1 maggio 1994.
Palmares: tra il 1984 e il 1994 ha disputato 162 GP (41 vinti, 80 podi, 65 pole) e ha vinto 3 mondiali nel 1988, 1990, 1991.
Alla fine voglio ricordare la bellissima canzone di Lucio Dalla dedicata proprio ad Ayrton Senna.