Quando a capirti e aiutarti sono la natura e un asino
SCHEDA DEL FILM
- TITOLO ORIGINALE: Antoinette dans les Cévennes
- REGIA: Caroline Vignal
- INTERPRETI: Laure Calamy, Benjamin Lavernhe, Olivia Cote, Louise Vidal, Marc Fraize, Jean-Pierre Martins, Lucia Sanchez, Marie Rivière, François Caron, Luc Palun, Ludivine de Chastenet
- SCENEGGIATURA: Caroline Vignal
- FOTOGRAFIA: Simon Beaufils
- MONTAGGIO: Annette Dutertre
- MUSICHE: Matei Bratescot
- ANNO: 2020
Antoniette è felice. Fa l’insegnante a Parigi ed ha una relazione con il padre di una sua alunna. L’anno sta per concludersi e sogna un’estate con l’amato. Ma questi le comunica che non può non accompagnare moglie e figlia nelle Cévennes, la catena mon- tuosa nel sud della Francia e con loro affrontare il cammino di Stevenson.
Apro una parentesi storica: era il 1878 quando lo scrittore Robert-Louis Stevenson attraversò, a piedi e con un asino le Cévenne. Il cammino durò una decina di giorni, per un totale di 274 chilometri. Rac- contò questo pellegrinaggio assieme a un asino in un diario personale dal nome “Viaggio nelle Cévennes in compagnia di un asino”.
Il percorso attraversa alcuni villaggi dove ci si può fermare a riposare e dove poter fare rifornimento. Il tragitto parte dalla regione dell’Haute Loire per arrivare alle Cévennes e si svolge prevalentemente su mulattiere e strade campestri.
È in questi splendidi scenari ambientali che Antoniette arriva, ma non trova l’amato. Oramai, però, ha pagato e non poco per il soggiorno e il servizio e decide di affrontare da sola il cammino in compagnia di un testardo asino di nome Patrick.
Gli inizi non sono facili. Lei è cittadina, non ha mai avuto a che fare con gli animali, e dovrà affrontare situazioni e superare ostacoli mai affrontati. Ma l’asino, seppur testardo, ha anche un’enorme pazienza. Col passare dei giorni e dei chilometri insieme il rapporto tra i due migliora. Durante il cammino lei parla, si racconta, si confida e l’asino, come un esperto psicoanalista, ascolta e a modo suo fa terapia. Lei passa da momenti di euforia ad altri tristi e malinconici. Ci sarà l’episodio di Antoniette che esa- sperata lo picchierà, ma subito pentita, chiederà scusa. Ci saranno le sue ragliate a sottolineare errori o comportamenti sbagliati.
In uno dei villaggi lungo il cammino incontrerà l’amato e la sua famiglia. Ci sarà l’esilarante scena in cui Antoniette presenterà all’asino il suo amante e lui raglierà sonoramente, come a sottolineare la situazione: lei che finalmente incontra lui, ma lui è con tutta la famiglia.
La moglie di lui sa, ha capito, ci sarà una drammatica passeggiata dove l’asino Patrick con il suo comportamento “dirà” la sua. Antoniette non se ne rende conto, ma sarà proprio l’asino con la sua presenza, pazienza e fedeltà a cambiarla, a farle capire che questa è la vita, che l’amore può essere impossibile, ma che non si può mai dire, il destino può sempre riservarti sorprese o incontri inaspettati.
Il cammino come percorso di crescita e possibilmente di miglioramento.
Uscito in Francia poco prima della pandemia, il film ha avuto un enorme successo. Antoniette è interpretata da una bravissima Laure Calamy, che per questo film vinse il César come miglior attrice dell’anno. Bravissima e credibile nel dare volto e corpo ad un personaggio complicato dalle tante sfaccettature e toni. Allegra, spensierata, imbranata, pasticciona, arrabbiata, sognante, infantile…
Per tutto il film in scena assieme all’asino. Sono loro i protagonisti e noi facciamo con loro il cammino, attraversando valichi, prati, boschi. Una Natura che diventa assieme all’asino ristoratrice e curante.
La regista è Caroline Vignal, che dimostra come la commedia francese sia in forma. Riesce con bravura, anche grazie ad un’efficace fotografia, ad o- maggiare i classici come la scena finale sulle note di “My Rifle, My Pony & Me” utilizzata da Howard Hawks in “Un dollaro d'onore (Rio Bravo)” un film western del 1959.