Un’abitudine iniziata da bambino, quando la gita estiva si concludeva sempre con un buon gelato, e che continua oggi con la carrozzina e il ventilatore

A primavera attorno, al mese di aprile, quando iniziano le prime belle giornate incomincio ad uscire un po' più spesso e la maggior parte delle volte mi reco a Grado ad una ventina di chilometri da casa mia. Le prime volte risalgono alle estati di metà anni Ottanta quando ero bambino e con i miei genitori andavo a Grado per fare una passeggiata che verso sera si concludeva con un buon gelato. Alcune volte, invece di cenare a casa, ci trattenevamo per mangiare il pesce. Inoltre ogni volta mi fermavo in un negozio di giocattoli a prendere un pupazzetto di plastica dei Puffi che all'epoca collezionavo. In quegli anni sempre d'estate frequentavo il centro estivo comunale del mio paese e alcune volte ci portavano nella spiaggia di Grado.

Poi per un po' di anni non ci sono più andato per problemi di deambulazione.

Con il passare del tempo e l'uso della carrozzina, ho ripreso ad andare a Grado accompagnato dagli autisti della cooperativa Thiel. Ho iniziato a fare delle lunghe passeggiate dal Parco delle Rose fino alla fine della diga nei pressi dell'Ospizio Marino.

E nel 1994, quando la UILDM ha organizzato a Grado le manifestazioni nazionali, io c’ero. Negli ultimi anni, dovendo usare il ventilatore meccanico, la cui batteria che ha meno di tre di autonomia, faccio delle passeggiate più brevi nella zona del Parco delle Rose. Quando sono li di solito mi fermo a bere un caffè o qualcosa di fresco in uno dei due bar dove c'è la possibilità di ricaricare il respiratore. Segnalo il bar ristorante “Antiche Terme” situato sulla spiaggia, coperto da degli ombrelloni, e il bar chiosco “Parco delle Rose” all'interno del parco giochi.