Enzo Ferrari, nato a Modena il 18 febbraio 1898, fu un imprenditore, ingegnere e pilota automobilistico italiano, ma soprattutto fondatore dell’omonima casa automobilistica, marchio più famoso ed evocativo delle quattro ruote.

Nel 1916 nell’arco di pochi mesi muoiono prematuramente il padre e il fratello di Enzo che interrompe gli studi e comincia a lavorare. Dopo la Prima guerra mondiale trova occupazione a Torino co- me collaudatore e nel 1919 si muove verso Milano e trova un nuovo impiego nella casa automobilistica C.M.N. (Costruzioni meccaniche nazionali), come collaudatore e pilota da corsa. 

L’esordio in gara avviene in quell’anno nella corsa in salita Parma-Poggio di Berceto. Nel 1920, do- po una serie di gare a fortune alterne, taglia per secondo il traguardo della Targa Florio alla guida di un’Alfa Romeo con cui inizia una collaborazione ventennale. Nel 1923 Ferrari vince il primo trofeo “Circuito del Savio”. In quest’occasione incontra il conte Enrico Baracca, padre del famoso Francesco, asso dell’aviazione italiana. 

Sarà la madre di Baracca, la contessa Paolina De Biancoli, ad invitarlo ad utilizzare il “Cavallino Rampante” come portafortuna sulle sue vetture. Nel 1929 Enzo fonda a Modena la “Scuderia Ferrari”, società sportiva che aveva come scopo quello di far “correre” i propri soci. Col tempo diverrà una filiale tecnico-agonistica dell’Alfa Romeo, prima di rilevare, nel 1933, anche la gestione dell’attività sportiva. 

Nel 1937 la “Scuderia Ferrari” costruisce l’Alfa Romeo 158 “Alfetta”, che diventerà l’auto più longeva e vincente nella storia dell’automobilismo sportivo moderno. 

 Alla fine dello stesso anno la Scuderia viene però sciolta, a seguito della decisione, da parte di Alfa Romeo, di riprendere ufficialmente l’impegno nelle competizioni.

Enzo Ferrari si trasferisce a Milano, per assumere l’incarico di direttore della neonata “Alfa Corse”, ma la differenza di vedute con il management del “Biscione” portano i due a separarsi dopo poco. 

 Vincolato dalla clausola di non poter usare il nome “Ferrari” associato alle corse per almeno quattro anni, il 13 settembre 1939 Enzo fonda la “Auto Avio Costruzioni” a Modena, che, durante la Seconda guerra mondiale, trasferisce a Maranello, dove viene costruita la prima parte di quella che sarà la definitiva sede Ferrari.

Dopo la guerra Enzo ricrea la “Scuderia Ferrari”. La prima gara disputata nel campionato di Formula 1 fu il Gran Premio di Monaco, il 21 maggio del 1950. 

La prima vittoria arriva nel Gran Premio di Gran Bretagna del 1951 con José Froilán González, sbaragliando lo squadrone Alfa Romeo.

Il primo titolo mondiale giunge nel 1952, con Alberto Ascari. La conversione di Ferrari da pilota e direttore di scuderia sportiva in industriale dell'automobile fu stimolata dall'amicizia - competizione con Adolfo Orsi, proprietario della Maserati, e soprattutto con Vittorio Stanguellini, che alla fine degli anni Quaranta dominava i circuiti del mondo con auto FIAT abilmente modificate.  

La Ferrari vendeva vetture sportive per finanziare la partecipazione alla Formula 1 e a eventi come la Mille Miglia e la 24 Ore di Le Mans (che la scuderia vinse nove volte, di cui sei di seguito dal 1960 al 1965). Nel 1969, a fronte di difficoltà finanziarie, Ferrari fu costretto a cedere una quota della sua impresa alla FIAT, la quale, inizialmente presente come socio paritario, ne assunse in seguito il controllo. Enzo Ferrari morì a Modena il 14 agosto 1988,

  all'età di 90 anni. La notizia della sua morte, seguendo le sue volontà, fu divulgata solo a esequie avvenute. Il funerale si svolse in forma strettamente privata. Ferrari è stato tumulato nella cappella di famiglia nel cimitero di San Cataldo, a Modena. Poco meno di un mese dopo, al Gran Premio d'Italia di Formula 1, Berger e Alboreto con le due Ferrari si piazzarono primo e secondo. Il successo fu dedicato alla sua memoria. La sua riservatezza lo portava anche a concedere raramente interviste. Negli anni Cinquanta, ai giornalisti che spesso gli chiedevano se la sua auto personale fosse una Ferrari, rispondeva: “No, purtroppo non me la posso permettere”. Ferrari fu sposato con Laura Garello, dalla quale ebbe nel 1932 il figlio Alfredo, detto Dino, morto nel 1956 a causa della distrofia di Duchenne. Alla sua memoria è stato dedicato il “Centro Dino Ferrari” dell’Università degli Studi di Milano, fondato nel 1978 su iniziativa dello stesso Enzo Ferrari presso l’istituto di Clinica Neurologica del Policlinico Uni- versitario di Milano e riconosciuto a livello internazionale per l’attività di ricerca e diagnostica nel campo delle malattie muscolari, neurodegenerative e cerebrovascolari. 

“Date a un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un’automobile, sicuramente la farà rossa”.
"Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere".
Enzo Ferrari