Vistare Pompei è come immergersi nella vita dell'antica Roma e si può fare anche usando una carrozzina per gli spostamenti
Nel 2003 frequentavo la terza superiore del Liceo “E.Torricelli” di Maniago e ricordo che al tempo la gita scolastica fu a Napoli e dintorni. In quegli anni utilizzavo ancora la carrozzina manuale e, malgrado le difficoltà e gli ostacoli, con mia grande gioia riuscii a visitare il sito archeologico di Pompei.
La storia è sempre stata una mia passione, purtroppo spesso però scavi archeologici e disabilità non vanno molto d’accordo: non è facile e frequente trovare percorsi che non abbiano barriere architettoniche.
A Pompei non esistevano percorsi agevoli per chi viaggia in carrozzina, per cui, usando adesso quella elettronica, mi ero ormai rassegnato a vivere la città sepolta dal vulcano solo con la memoria o la televisione. Qualche anno fa, grazie a un servizio televisivo, venni a sapere che dal 2015 a Pompei erano iniziati i lavori per rendere agibile la visita a tutti.
Quello che è stato realizzato è il più grande itinerario facilitato di visita ad un'area archeologica in Italia e consente a chiunque, persone con difficoltà motorie, genitori con passeggino, ma anche a tutti i visitatori che prediligono un itinerario più confortevole, di visitare l’area archeologica nella maniera più completa e agevole possibile.
Quest’anno, programmando le ferie insieme ai miei genitori, abbiamo pensato di tornare a respirare l’atmosfera storica di Pompei per cui, calendario alla mano, abbiamo fissato le date e ovviamente ci siamo mossi per tempo alla ricerca di un hotel che potesse soddisfare le nostre esigenze, informandoci al contempo sull’effettiva visita al sito archeologico attraverso internet.
Trovare l’alloggio, come sempre, non è stata un’impresa scontata.
Prima di scegliere l’hotel che ci ha garantito l’accessibilità della carrozzina e spazi adeguati, ne abbiamo contattati via mail altri quattro. Sono tutti stati molto gentili rispondendoci con delle foto che ci hanno fatto capire bene gli ambienti. La scelta finale è ricaduta sull’Hotel Pace, distante dal sito archeologico solamente 500 metri.
Il giorno della visita finalmente siamo arrivati all’entrata degli scavi e dopo l’acquisto dei biglietti e altre prassi, come Covid e metal detector, abbiamo iniziato il nostro viaggio nel tempo.
I primi passi ci hanno portato a quello che forse è stato il luogo più imponente e simbolico dell'impero romano: l’anfiteatro romano.
Prima abbiamo visitato l’esterno e successivamente siamo riusciti ad entrare nell’arena. Dopo alcune foto di rito abbiamo proseguito con il percorso dedicato che ci ha accompagnato agevolmente per le ville più famose dell’epoca, la palestra grande, dove spicca al centro la piscina, e le palestre dell’epoca.
Continuando la visita, abbiamo potuto vedere la parte secondo me più interessante, ovvero quella riguardante il popolo, la vita di tutti i giorni che scorreva tra le più importanti arterie della città antica, abbracciando i luoghi quotidiani e abituali della civiltà romana, le osterie, i negozi e i locali.
È stato facile immaginare e immedesimarsi sul come poteva essere una giornata di quel tempo per una persona. In questi luoghi ci si sente proprio lì, dentro la storia! Stai camminando sopra strade consumate dal tempo, vedendo i solchi delle ruote dei carri e chiudendo gli occhi si possono anche sentire i rumori delle affollate strade di Pompei.
Dopo circa un’ora e mezza, molto emozionante, siamo arrivati al Foro di Pompei, ovvero nella piazza principale, di forma rettangolare, della città.
La piazza era posta nella parte più alta di Pompei, dove sorgevano la basilica, la mensa, il mercato e diversi templi. Il percorso, sempre molto comodo, mi ha permesso di vedere bene anche questa parte che sinceramente non ricordavo molto dalla vecchia visita fatta da ragazzo. Ho ammirato dunque gli imponenti templi che spiccavano sugli altri edifici, anche se purtroppo oggi non è rimasto molto di quelle strutture delle quali, al solo vedere la grandezza dell’area, si può immaginare la maestosità. Abbiamo continuato il percorso con la visita del museo all’interno degli scavi. Una bella struttura, di nuova costruzione, spaziosa e soprattutto accessibile. All’interno, oltre ad essere esposti degli oggetti di uso comune dell’epoca, abbiamo trovato i calchi di alcune persone rimaste intrappolate mortalmente sotto l’eruzione del Vesuvio del 79 D.C.
Vedere questa famiglia così pietrificata nel momento in cui la morte l’ha colta, ci ha colpito molto; soprattutto il calco della madre con il suo bambino tra le braccia. I ritrovamenti e l’esposizione al pubblico sono talmente efficaci che non è difficile empatizzare con queste persone e con quello che hanno vissuto.
Con la visita del museo abbiamo terminato la nostra giornata nella storia e traendo delle conclusioni posso dire che il percorso, per come è stato costruito e pensato, è veramente fatto molto bene e aiuta concretamente chi ha grosse difficoltà di deambulazione. Lungo tutto il tragitto ci sono pannelli informativi che aiutano a comprendere e calarsi al meglio nell’esperienza a Pompei. Grazie alla cartina, che viene fornita all’entrata, il visitatore è informato di tutto, compresi alcuni punti del percorso dove si viene avvisati di una pendenza particolare o di alcuni piccoli scalini.
Personalmente, con la mia carrozzina elettrica, sono riuscito ad andare ovunque, usufruendo al massimo del percorso che è stato creato e godendomi ogni pietra della città del vulcano.