Ogni volta è uguale e ogni volta è diverso, ma è sempre emozionante ed appagante. Venir circondato da questi bambini alla fine dei miei interventi, mi riempie di felicità e il ricordo spesso mi commuove.
Quante esperienze possono riassumersi in maniera così semplice ed immediata ed offrire un così ampio spettro di emozioni positive?
Il progetto della UILDM riguardante la disabilità e le barriere architettoniche, che da diversi anni mi permette di confrontarmi con i ragazzi delle scuole elementari e medie, è, per me, soprattutto questo.
Imprescindibile pilastro di questa avventura è sicuramente Luca Pantaleoni che coordina, tiene i contatti e, alle volte, mi prepara i riassunti e le scalette: senza di lui non avrebbe il taglio professionale che questo genere di progetti deve avere.
Poi ci sono io, ragazzo non più ragazzo, che cerca di rompere qualche tabù, di mettersi a nudo di fronte a queste generazioni curiose, di rispondere ai quesiti più vari con parole semplici.
Parlando delle mie esperienze con un po’ di ironia cerco di dimostrare che le diversità fanno parte di noi, di questo mondo, ed accettarle, conviverci, può alle volte essere anche facile e portare a delle soddisfazioni.
Non sempre ho una buona risposta, alcune volte mi imbarazzo così tanto che una risposata non la do, ma anche questo fa parte del pacchetto che offro.
Non sono un insegnate o un pedagogo e dimostrare che le imperfezioni sono sia esteriori che interiori è anch'esso un messaggio che mi piace dare.
Non vorrei ora passare per presuntuoso, ho sempre molti dubbi su quello che dico, su come lo dico e se quello che faccio con questi ragazzi vada bene e sia utile, ma cerco di essere positivo e soprattutto sincero con me stesso e con loro.
Certo è che, se ormai da diversi anni sono ancora qua che giro nelle aule, un motivo ci sarà. Se a di-stanza di mesi i ragazzi mi salutano sorridendo, vorrà pur dire qualcosa, vorrà pur dire che in alcuni sono riuscito ad accorciare la distanza che troppo spesso c'è tra le persone.
Un attestato di fiducia che mi riempie di orgoglio viene anche dalle insegnanti, ultime ad essere citate, ma sicuramente prime per l'interesse e la passione che ci mettono nel voler questi percorsi nelle loro scuole.
Se riesco a coinvolgere gli alunni è soprattutto grazie a loro, li preparano a questa nuova esperienza e continuano poi ad accudire e ad annaffiare queste giovani menti, permettendo a queste brevi “lezioni” che tengo di durare nel tempo, chiudendo un ipotetico cerchio sull'accettazione alla diversità e sull'essere poi partecipi nell'abbattimento di nuove e vecchie barriere.

DUE INSOLITI INSEGNANTI

Udine, 20 marzo 2015

Oggi noi alunni di quinta abbiamo fatto lezione con due insegnanti diversi dal solito: Maurizio e Luca, rappresentanti della UILDM di Udine.
Era già la seconda volta che ci incontravamo e abbiamo concluso la chiacchierata iniziata due settimane fa.
Già la prima volta avevamo iniziato a parlare delle difficoltà che possono incontrare le persone che si muovono in carrozzina per fare ciò che per noi è semplice e naturale: uscire di casa, andare a mangiare un gelato o al cinema, recarsi a trovare un amico...
Ce ne siamo resi conto meglio anche perché ci avevano affidato un piccolo compito per casa: osservare un luogo o un percorso del nostro quartiere che normalmente effettuiamo e verificare se esistano delle barriere architettoniche.
Abbiamo quindi osservato con occhi diversi la realtà in cui ci muoviamo e trovato che spesso ci sono piccoli o grandi ostacoli: il gradino del marciapiede, un pulsante posizionato troppo in alto, una porta troppo stretta, un lampione o un cestino dei rifiuti che restringono il passaggio...
Questi intralci, banali e facilmente superabili per chi si muove senza difficoltà, possono veramente limitare la vita e le azioni di chi usa la carrozzina.
Tra l'altro sono situazioni anche facilmente risolvibili: per esempio è sufficiente una rampetta, che può essere usata anche da una mamma con un bimbo in carrozzino o da una persona anziana, per superare uno o più gradini. Oppure un interruttore posizionato un po' più in basso è raggiungibile da tutti, anche da un bambino...
Altri ostacoli che abbiamo rilevato sono purtroppo legati non a superficialità nella progettazione di un edificio o di un percorso, ma alla maleducazione delle persone: ad esempio un'automobile parcheggiata con le ruote sul marciapiede oppure nello spazio riservato ai disabili. Rimuovere questi ostacoli è ancora più semplice, è sufficiente un po' di correttezza e di sensibilità verso gli altri.
Questi due incontri ci hanno fatto quindi capire che le persone con disabilità desiderano fare le stes-se cose che piacciono a noi ed essere indipendenti, non dover sempre ricorrere all'aiuto degli altri.
Questo è possibile, se nell'ambiente in cui viviamo tutte le barriere architettoniche vengono rimosse o risolte, con soluzioni il più delle volte semplici da realizzare e utili a tutti.

Gli alunni e le insegnanti della classe 5^ A della Scuola Primaria “Enrico Fruch”

IL PROGETTO

Negli ultimi anni la UILDM di Udine si è impegnata in una serie di interventi nelle scuole sui temi della disabilità.
Agli alunni viene in genere proposto, in accordo con gli insegnanti, un vero e proprio percorso didattico con la proiezione di power point, foto e video e la distribuzione di materiale informativo adatto all'età dei bambini e dei ragazzi.
Tra gli istituti coinvolti, si possono ricordare le primarie di Udine (“Nievo”, “Rodari”, “Mazzini”, “Bearzi”, “San Domenico” e “Fruch”), di Passons (“Marconi”), di Cividale (“Manzoni”) e di Palmanova; la secondaria di primo grado di Feletto Umberto (“Feruglio”); il liceo artistico “Sello” di Udine e l'Istituto tecnico per geometri “Pertini” di Pordenone.