C'è chi ha fatto un viaggio fino a Roma con il Pulcino ballerino e chi si addormentava in culla ascoltando Una vita spericolata, chi ha mollato la mamma in negozio per andare a veder i Pink Floyd e chi ripensa alla Val Pesarina sentendo Alan Sorrenti
Spesso non sono quelle che ascoltiamo più spesso. A volte possono anche non piacerci particolarmente.
Eppure basta ascoltare le prime note che le compongono per rivivere istantaneamente un'emozione, far riaffiorare un ricordo, rituffarci nell'atmosfera di una stagione lontana
Sono le canzoni della nostra vita, quelle che a volte ci entrano in testa anche se non vogliamo e finiscono per caratterizzare in modo indelebile alcune esperienze o alcuni momenti della nostra esistenza.
Alcuni collaboratori di WheelDM hanno accettato di raccontarci le loro, ne è uscito fuori un originale viaggio musicale, divertente ed emozionante, in cui i racconti personali, legati in molti casi all'infanzia e alla giovinezza, sono accompagnati da una colonna sonora che spazia dallo Zecchino d'oro ai grandi del rock italiano e internazionale.
Quel concerto mitico
Venezia - Il concerto dei Pink Floyd del 1989
Una canzone che conservo cara e sento tuttora, mi è stata fatta ascoltare nei soggiorni estivi da mia cugina: Blu eyes, di Elton John.
Mi porta alla mente la vita di campagna a Colloredo di Monte Albano, la libertà di gestire il tempo durante le vacanze estive
L’immersione nella vita campestre, l’odore dei ciclamini di montagna nel boschetto di acacie dietro casa dei miei zii e il canestro dove si sfidavano i miei cugini. Le rondini che entravano nella stalla del casolare in sasso di una anziana contadina lì vicino e il nido di uccellini, che lei ci mostrava orgogliosa quasi che i nidiacei fossero figli suoi, nascosto nel primo filare della vigna di fronte, che mi faceva amare la natura.
E ancora più bello e pieno di mistero era il ritorno a casa a fine giornata: la strada che andava dalla sua casa a quella dei miei zii, in un boschetto selvatico, dove la sera “miagolava” il barbagianni.
L’atmosfera in mezzo ai campi resa lugubre dal vento sinistro che agitava le fronde degli alberi, mi faceva canticchiare fino a che non appariva la casa degli zii. Dove potevo tirare un sospiro e abbuffarmi di patate fritte.
La grande avventura della mia vita “musicale” però, l’ho vissuta l’estate del 1989, il 15 luglio, con i Pink Floyd. Era il periodo per me della mitica The wall, avevo 17 anni e come ogni sabato ero ad aiutare mia madre nel salone da parrucchiera. Compare mio fratello: “Ci sono i Pink Floyd a Venezia. È una cosa unica….”.
Venezia - Il concerto dei Pink Floyd del 1989
Avrei lasciato sola mia madre: aria con atteggiamento supplichevole… incrocio di sguardi… e poi: “Vai, ma state attenti!”.
“Inforchiamo” la Panda della mamma di Massimo, che poi avremmo abbandonato all’inizio del viale della libertà, per proseguire a piedi e vedere il mondo! Sentire lingue straniere… ed effluvi alternativi.
Ricordo persone strane ai miei occhi, zeppe di tatuaggi, quando ancora i tatuaggi trasformavano tutti in semi-malviventi, e soprattutto la sensazione di vivere una cosa unica, in mezzo a un mare di gente, e sentirmi grande, aperta a nuove esperienze. La musica poi è stata bellissima anche se si sentiva pochino per i miei gusti, data la posizione lontana dal palco. È stato uno spettacolo mai visto prima.
La musica è una cosa di cui non riuscirei mai a fare a meno, perché è la colonna sonora della vita.
E i brani, i gruppi o i cantanti preferiti, ne diventano la punteggiatura.
Silvia De Piero
Basta Nomadi!
Il mio primo incontro con la musica è avvenuto in tenera età. Mia zia, per farmi addormentare, mi faceva ascoltare Vado al massimo e Vita spericolata di Vasco Rossi.
In seguito, durante la mia fanciullezza, mia madre mi faceva ascoltare i Nomadi, giorno e notte... è stato un vero e proprio trauma, finché ho iniziato a dire le prime parole. Appena ho potuto, mi sono ribellato gridando: “Basta Nomadi!”.
Mio padre, invece, mi faceva ascoltare tutt'altro genere di musica: il reggae del grande e unico Bob Marley! Una musica così tranquilla e pacifica, che mi è piaciuta sin dall'inizio e tutt'ora l'ascolto con piacere. Alle superiori ho avuto un'assistente appassionato di musica rock anni '70, che mi ha piacevolmente attirato nel suo mondo con Deep Purple, Jimi Hendrix, AC/DC, ecc.
Ascoltando queste leggende, ho finito con l'appassionarmi ed entrare in questo mondo di adrenalina, carica ed energia.
Il primo concerto è stato nel 2005, di Vasco Rossi, rock puro!
È stata un'emozione fortissima, soprattutto quando tutti nello stadio Friuli, facevano la “hola”, facendo tremare tutto, in quell'esatto momento sono diventato un vero fan di Vasco!
Grazie a degli amici di Zocca, sono riuscito a farmi spedire la sacra reliquia di Vasco Rossi, ovvero una sua foto autografata!
La mia canzone preferita è Gli angeli, ovviamente del mitico Vasco: è poesia allo stato puro. L'accompagnamento della chitarra rende la canzone magica, mentre l'assolo finale mi fa venire ogni volta i brividi.
Moreno Burelli
L'unica cassetta
Un po’ come per i libri il cinema i viaggi e… i gatti è difficile decidere qual è la musica della mia vita. Ci sono libri che mi hanno “illuminata”, film che raccontano anche di me, viaggi che mi hanno rapita e gatti che mi hanno curata. Lo stesso è per la musica, e quella che di getto, ora, mi è venuta in mente, eccola: Nuovo cinema Paradiso, del maestro Morricone, scena finale del film del regista Tornatore, quando sullo schermo scorrono le immagini dei baci più famosi del cinema. Una musica malinconica… un soffio leggero che mi ricorda persone lontane, ma sempre vicine. Rivoluzionaria e potente un inno alla liberà dei popoli cantata a squarciagola, El pueblo unido jamás será vencido degli Inti-Illimani. Erano gli anni Settanta. Sono una ragazza di una certa età…
La musicassetta Cuore di Venditti
Ci vorrebbe un amico per poterti dimenticare qui per sempre al mio fianco… stare insieme a te è stata una partita; dall’album Cuore di Venditti (1984).
Ci sarà pur un motivo per cui è l’unica cassetta che ho conservato, anche se non ho più il mangiacassette?
Maurizia Totis
Stremati da un pulcino
La musica è sempre stata importante per me, contrassegnando diversi momenti della mia vita.
Mi ricordo molto bene il periodo della mia infanzia, quando la musica mi entusiasmava parecchio. Le estati passate dagli zii con il mangiacassette stereo spesso acceso sulle note di Zucchero: lo mettevo a ripetizione, ascoltavo tutte le sue hit anche se Per colpa di chi andava per la maggiore.
Mi piaceva molto quel brano, con quell’inizio esplosivo mi stava simpatico. Tutt’oggi, quando l’ascolto, mi vengono ancora in mente le giornate spensierate della mia infanzia.
Un’altra cosa che ricordo di quegli anni riguarda un viaggio in auto con i miei genitori verso Roma. Volevo di continuo ascoltare Il pulcino ballerino, una canzone dello Zecchino d’oro degli anni 90, perché mi piaceva molto ed essendo appassionato di animali, mi metteva allegria ascoltarla… forse per i miei genitori, alla centesima ripetizione, non era la stessa cosa!
Nell’estate del ‘98, il brano Laura non c’è di Nek è stato tra i più ascoltati in Italia, un vero e proprio tormentone di quell’anno. L’avrò ascoltata mille volte nell’autoradio dell’auto. Avevo anche comprato la cassetta durante una vacanza in Sardegna e ricordo che guardavo in televisione il Festivalbar, aspettando con ansia quella canzone per guardare cantare Nek.
Mi piaceva così tanto che sono andato ad un concerto di Nek al palazzetto dello sport di Pordenone: è stato il mio primo concerto in assoluto. Entrare in un luogo con molta gente con una passione in comune per un cantante è stata una bellissima esperienza e una forte emozione.
Crescendo la passione per la musica si è leggermente attenuata, la ascoltavo comunque, ma non avevo un gruppo o un artista preferito. Ascoltavo musica commerciale: dal pop, al rock e diverse canzoni italiane. Dagli anni Duemila con lo sviluppo del web la musica è diventata più accessibile: con Youtube la musica è entrata nelle case, sviluppando la diffusione e abbattendo i costi.
Avevo circa 25 anni quando mi è nata la passione per Vasco Rossi, in breve tempo è diventata una vera e propria fissazione. Ho seguito il Blasco con due concerti in due anni: uno a Firenze e uno a Lignano Sabbiadoro. La mia canzone preferita, dello stupendo repertorio del cantante modenese, è Vivere
Alain al concerto di Vasco Rossi
Il testo e le note di Vivere mi trasmettono sempre positività, la sento mia perché sembra parli di me, descrive perfettamente la mia vita, nella quale, nonostante le difficoltà, cerco di andare avanti sempre e comunque nel modo migliore possibile.
Alain Sacilotto
Dimmi che hai bisogno di me
Ci sono canzoni che associate ad alcuni ricordi ci tornano, non si sa perché, immediatamente e in maniera automatica in mente. Pensi ad un luogo, ad un particolare momento ed ecco che affiora anche una sorta di colonna sonora.
Prima del terremoto i ricordi sono associati alle sigle dei cartoni e telefilm per bambini come Furia cavallo del West o Zorro, Rin Tin Tin, Lassie.
Poi, se penso alle bellissime estati passate ad Osais nella Valle Pesarina, non so neppure perché, mi torna in mente una canzone che a quei tempi andava per la maggiore: Tu sei l’unica donna per me di Alan Sorrenti. Andavamo fuori dal paesino dove c’era il centro Fuina, bellissimo luogo con un bar-trattoria -pizzeria, campi da bocce, palestra, parco giochi e, soprattutto, un bellissimo percorso di mini golf che si estendeva nel bosco. Quando andavamo a prenotarci e prendere l’occorrente per giocare, nel locale echeggiava quasi sempre quel “… non chiedermi niente, dimmi che hai bisogno di me…”.
Negli anni della baraccopoli dopo il terremoto la colonna sonora era la musica friulana. Usciva da una radio appoggiata sopra la lavatrice e dopo il radio giornale regionale la mamma si sintonizzava su Radio Onde Furlane e si cantavano le canzoni del Povolâr Ensamble (Ve’ Comeglians, Il soldatin), del Canzonir di Dael (San Martin, La moscje e il gri, In onor... in favor), e tanta musica folk.
Il gruppo dei Povolâr Ensamble
Poi le prime uscite con la “compagnia”. Al bar del paese c’era il jukebox e la canzone più gettonata era Nothing Compares 2 U di Sinéad O'Connor.
Gli anni sono passati, è arrivato internet e ora mi è difficile pensare ad una canzone in particolare.
C’è un usa e getta impressionante. Non c’è più la musicassetta con la difficoltà di trovare il punto giusto della canzone che volevi ascoltare. O il vinile da cercare e poi inserire nel “mangiadisco”.
Ora basta un click…
Diego Badolo