Videochiamate di gruppo, programmi per scambiarsi messaggi e immagini, lavagne virtuali... Grazie alle nuove tecnologie si può restare in contatto con gli amici anche a distanza. L'esperienza di questi ultimi mesi nelle testimonianze di quattro collaboratori di WheelDM

Il piacere di ritrovarsi a tu per tu con gli amici, di incontrarsi di persona, di parlare guardandosi da vicino non ha paragoni. A volte, però, anche l'isolamento e la distanza aguzzano l'ingegno e aprono nuove prospettive, soprattutto se a dare una mano ci sono le nuove tecnologie di comunicazione.

Lo abbiamo scoperto anche noi a partire dai lunghi mesi di chiusura forzata in casa dei primi mesi dello scorso anno.

Dopo il disorientamento iniziale abbiamo imparato a trasferire sulla rete alcune attività che prima facevamo in presenza e ne abbiamo create di nuove, le videochiamate di gruppo sono diventate il nostro pane quotidiano e siamo riusciti a sfruttare programmi e piattaforme che ci consentono di scambiare file e messaggi e di tenerci in contatto anche con gli amici lontani. Per chi come noi fa comunque un po' di fatica a spostarsi, è stata una bella scoperta ed è un'eredità che questo brutto periodo ci lascerà per il futuro. Senza mai perdere, però, la voglia di uscire dal mondo virtuale per vedersi dal vero.

MORENO BURELLI

Durante quest'ultimo anno e mezzo circa, da quando è iniziata la pandemia da coronavirus, purtroppo i rapporti sociali e i contatti con amici e parenti si sono ridotti drasticamente, e così, grazie all'associazione UILDM, di cui faccio parte, ho iniziato ad utilizzare più del solito programmi per la comunicazione a distanza, in particolare Zoom, Skype e Slack.

Skype lo conoscevo già prima della pandemia e quindi avevo già dimestichezza nell'utilizzarlo.

Mi collego in videochiamata (per ascoltare e parlare uso delle cuffie) circa una volta a settimana per gli incontri di arteterapia, dove è molto importante vedersi tra i vari componenti del gruppo.

Zoom e Slack invece non li conoscevo ed è stata una scoperta molto interessante.

Zoom è molto simile a Skype, ma con la differenza che per l'accesso al gruppo di videochiamata devo ricevere l'invito dall'amministratore. Lo utilizzo una/due volte alla settimana per attività legate a WheelDM, per riunioni, incontri vari tra i soci ecc...

Anche Slack è stata un’ottima scoperta perché è molto pratico, veloce e intuitivo.

Lo utilizzo per inviare brevi messaggi, per scrivere un commento, un parere o semplicemente per inviare un emoticon. Ad oggi lo adopero quasi tutti i giorni sia per scrivere che per tenermi aggiornato sulle varie attività a cui partecipo.

Con tutti e tre i programmi non ho particolari problemi di collegamento, a volte però per Skype e Zoom ci sono dei momenti in cui il video e/o le immagini sono sgranate.

Sono molto felice di aver scoperto questi nuovi mezzi di comunicazione per mantenere i miei contatti e per poter continuare con le mie varie attività, perché purtroppo io i social li uso pochissimo: non mi piace che non ci sia il collegamento diretto tra le persone e quindi il semplice guardare, leggere post, commenti e altro mi annoia.

DIEGO BADOLO

Alcuni anni fa ho scoperto il programma di videochiamate Skype. All’inizio lo utilizzavo per contattare amici che altrimenti vedevo di rado, poi l’utilizzo si è fatto più assiduo.

Per gli incontri di redazione per la realizzazione del periodico WheelDM, per le riunioni del consiglio direttivo, per l’arteterapia da quando, causa covid, non è possibile farla in presenza.

Con lo scoppio dell’epidemia di covid, oltre a Skype, ho fatto la conoscenza di altri dispositivi simili. Ad esempio Zoom, che ora utilizziamo per le riunioni di redazione, per gli incontri settimanali organizzati dalla UILDM di Udine che ci danno modo di sentirci e vederci con altri soci.

Sempre con Zoom ho avuto modo di partecipare alla “Claunbola”, a webinar sui vaccini e agli incontri “Ad alta quota”. Per le interviste di WheelDM utilizziamo, invece, StreamYard.

Sono strumenti che fruisco quasi quotidianamente. La loro importanza e indispensabilità è ormai fuori discussione. Durante i lockdown, pur rimanendo chiusi in casa (noi ancor di più, in quanto soggetti fragili), poter passare un po’ di tempo chiacchierando con altri è stato importante e un supporto psicologico non da poco.

Oltre a questo aspetto positivo, c’è anche la facilità di utilizzo, la possibilità di intervenire e abbellire il tutto con emoticon e sfondi. Inoltre sono programmi con una funzione per me basilare e utilissima: la condivisione dello schermo.

Questa funzione ti permette - appunto condividendo lo schermo - di mostrare, a chi è in collegamento, un sito, un'immagine, un video. È una funzione indispensabile anche nel caso di problemi informatici. In questi casi, condividendo lo schermo, permette agli altri di vedere la tua schermata e, tutti assieme, cercare una possibile soluzione.

Ma non è tutto rose fiori. Pur essendo strumenti oramai indispensabili e irrinunciabili necessitano di una connessione internet. Il più delle volte tutto va liscio, ma capita che a volte la linea vada ad intermittenza o non ci sia proprio e questo è un problema non da poco.

Ed è proprio in questi frangenti che ti rendi conto della loro importanza.

Un altro aspetto negativo è che questi strumenti tendono ad “impigrire” chi li utilizza. Anziché prepararsi, organizzarsi, per uscire e incontrare amici e conoscenti, trovi comodo farlo con un semplice click del mouse. Sono quindi dispositivi importanti ed indispensabili di fondamentale aiuto e supporto, ma che non devono sostituire quando possibile un contatto di persona.

 

Altro aspetto non trascurabile è che sono tutti dispositivi che richiedono la creazione di un account con relativa comunicazione di dati personali. Operazione sempre delicata.

Riguardo i social, non conosco né Twitter né Instagram, mentre utilizzo Facebook e parecchio Whatsapp. Da alcuni mesi ho scoperto Slack, una sorta di Whatsapp utilizzabile da un qualsiasi browser, di facile uso e graficamente intuitivo.

Un altro programma che ho scoperto, è Padlet: una bacheca virtuale dove lasciare messaggi, foto, link. La UILDM di Udine ne ha aperti diversi tematici, dove è possibile parlare e confrontarsi su cinema, fumetti, fotografia, luoghi del mondo, aforismi…

Oramai c’è un mondo intero alla portata di un click, sta a noi farne un uso consapevole ed appropriato.

LUCA RIGONAT

Non riesco ad immaginarmi il periodo della pandemia senza il sostegno delle nuove tecnologie. Provate a pensare di dover restare bloccati a casa senza potersi collegare con il mondo esterno.

Chi, come noi, normalmente esce poco di casa, conosce bene piattaforme come Skype o simili già da tempo, immagino che oggi tutti le conoscano.

Prima della pandemia già utilizzavo Skype, ora anche Zoom, si assomigliano molto.

Uso questi strumenti per le riunioni di redazione di WheelDM, inoltre, durante l’ultimo anno, la UILDM ha iniziato a fare incontri settimanali tra i soci per aiutarci a tenerci in contatto e soffrire meno di solitudine.

Con cadenza settimanale ci colleghiamo tra di noi per le varie attività dell'associazione.

Non avendo il telefonino utilizzo Slack, un programma simile a WhatsApp ma che non ha bisogno di essere collegato a un numero di cellulare, per tenermi aggiornato sulle attività a cui partecipo e per inviare messaggi, commenti, o pareri.

Durante il lockdown ho scoperto anche Padlet, una bacheca virtuale dove si possono lasciare foto, video, messaggi è link. La UILDM ne ha aperti diverse su vari argomenti e durante le riunioni ne parliamo e ci confrontiamo.

Utilizzo anche Facebook con il computer per vedere cosa fanno le mie amicizie, ma non spesso perché non sono troppo curioso. Mi è utile anche per pubblicare i miei disegni e farmi un pochino di pubblicità oltre a condividere opinioni sugli argomenti di mio interesse quali il calcio e la politica.

Mi trovo bene con questi programmi per la comunicazione a distanza perché sono molto intuitivi. Non ne ho uno preferito, mi piacciono tutti. Sono molto utili per tenersi in contatto con gli altri, anche se preferisco incontrare le persone dal vivo.

ALAIN SACILOTTO

Durante l’ultimo anno, con la pandemia e i vari lockdown, ho avuto la possibilità di usare alcuni programmi di comunicazione a distanza.

Prima della pandemia ne conoscevo già alcuni come Skype e Messenger, ma raramente li utilizzavo per la comunicazione, per la quale usavo solo WhatsApp e Facebook. In questo ultimo periodo, grazie alla UILDM di Udine ho aumentato notevolmente l’utilizzo di questi strumenti comunicativi a distanza, addirittura scoprendone di nuovi, come Zoom. Ho iniziato ad utilizzare Zoom durante le riunioni di redazione di WheelDM durante i mesi della pandemia del 2020. Devo dire che è un programma di comunicazione molto intuitivo e utile, molto simile a Skype e permette di videochiamare più persone contemporaneamente.

La UILDM ha successivamente iniziato a fare anche incontri settimanali con altri soci per consentirci di restare in contatto durante il lockdown, cosa importante in quel momento difficile per tutti.

In questi incontri parliamo di diversi argomenti che vanno dall’attualità alle problematiche di noi disabili, dallo sport alla cultura.

E per semplificare e avere sempre argomenti da discutere usiamo Padlet, ovvero una bacheca virtuale, dove ognuno dei partecipanti può inserire articoli, immagini, link di pagine web e video per approfondire ogni tema.

Padlet non lo conoscevo e bisogna dire che è davvero comodo e facile come strumento di condivisione di contenuti tra utenti.

Un'altra nuova bella esperienza per me, è stata la scoperta di Slack: un programma di messaggistica simile a WhatsApp, dove è possibile chattare, condividere file di testo e immagini in diversi gruppi di lavoro. Anche Slack è un ottimo strumento, semplice da usare. Io lo uso soprattutto per tenermi aggiornato sulle attività a cui partecipo e per inviare messaggi, file e immagini tra di noi.

Gli strumenti per la comunicazione a distanza sono una grande invenzione perché danno la possibilità attraverso uno schermo di parlare guardandosi anche negli occhi, da qualsiasi parte del pianeta, l’unica cosa che serve è una buona connessione di rete. Io preferisco sinceramente incontrarmi in presenza, però devo dire che con queste nuove forme di comunicazione mi sono trovato subito a mio agio, soprattutto perché le trovo utilissime e mi danno la possibilità di tenermi in contatto con persone senza uscire di casa e questo è un aspetto utilissimo soprattutto per chi, come noi, ha dei problemi fisici.

Oltre alla comunicazione diretta da anni uso diversi social, soprattutto Facebook e Instagram per chattare con conoscenti e per curiosare su cosa combinano i miei amici. In generale i social mi piacciono, non ne ho uno preferito, anche perché ognuno ha qualcosa in più dell’altro. Li uso spesso perché li trovo interessanti, semplici da usare e soprattutto utili per essere sempre in contatto con amici semplicemente con un click.