“Era la notte di Natale…” iniziano così la vita e le avventure di una piccola anatra che da uovo, rotolato giù da un camion, finisce per tanto tempo dentro una calda “mamma pantofola”. Si perché quando si nasce non si sa chi si è e ci vuole qualcuno che te lo dica. E se nessuno te lo dice, è un bel problema. Così la piccola anatra gira il mondo facendosi molti amici e qualche nemico fino a quando, nella classe della maestra signora Tolmer, un bambino svela quello che è realmente: un’anatra, una pennutissima anatra. Ma basta conoscere chi si è per trovarsi bene con i propri simili? Forse non è così importante. E allora, anche un Lupo Solitario dagli occhi buoni e gentili che vive su una spiaggia, può essere l’inizio di un’altra storia. 

NOTE: se mi segno delle frasi, vuol dire che il libro mi è proprio piaciuto e penso che certe letture siano come un “buon cibo” , come un panino con la mortadella, un gelato nocciola e pistacchio e tanto altro… In un mondo dove umani e animali si confondono, essere se stessi è l’unico modo per essere diversi.

Nel precedente “romanzo” abbiamo lasciato Lupo Solitario e Anatra e ora li ritroviamo in dolce attesa che si schiudano le uova nate dal loro amore.  

E qui i ruoli si invertono e i mondi si ribaltano: Lupo, filosofo e scrittore (allevato da due aquile che invece di insegnarli a cacciare per i boschi lo avevano mandato all’università), sempre perso in astrazioni e pensieri profondi, decide di occuparsi della cova delle tre uova, lasciando Anatra consorte libera di partire per il mondo e capire cosa conti davvero. Hanno solo ventotto giorni, il tempo che ci metteranno le uova per schiudersi. Iniziano così i percorsi paralleli dei due protagonisti. 

Grazie all’aiuto di un vecchio riccio “spuntato” dagli aculei brizzolati Lupo bada alle uova, riflettendo sul senso dell'attesa e diventando punto d'incontro per vari personaggi, amici e nemici. Anatra intraprende un viaggio personale alla ricerca della bellezza e di ciò che è veramente importante, arrivando in tempo per la schiusa di due lupetti con qualcosa di anatresco e un’anatrina con qualcosa di lupile. 

NOTE: l’attesa è un mistero, un tempo sospeso, c’è chi sta fermo e chi ha bisogno di volare via, chi fa apparentemente nulla e chi rischia di perdersi e se poi… “l'attesa finisce, vuol dire che quel che ho tanto atteso comincia”, parola di Anatra.